I sottoscritti Amministratori immobiliari della città di Imperia, al solo fine di prestare la più
corretta e trasparente collaborazione a codesta pubblica amministrazione, hanno preferito
evitare inutili dibattiti e discussioni infruttifere, e conferire, attraverso la sottoscritta
portavoce, il pensiero univoco della categoria, ed il primo resoconto dopo i primi 20 giorni
iniziali.
Senza alcun tono polemico e senza che ciò determini motivi di contrasto, ci pare più che
evidente che l’avvio del servizio di “porta a porta” sia stato introdotto senza alcuna puntuale
organizzazione, sia nella determinazione della logistica, sia nella valutazione degli strumenti e
soprattutto senza la più adeguata conoscenza sia da parte dei cittadini, che dei responsabili
addetti e di conseguenza neppure del nostro improvviso coinvolgimento responsabilizzato. E
di tutto questo vuoto organizzativo i principali soggetti a pagarne le conseguenze sono stati i
cittadini. Ma procediamo con ordine.
La nostra preliminare richiesta di concessione di un’adeguata proroga sull’entrata in vigore
del servizio, diventata poi richiesta anche di altri, come appare quotidianamente dalla lettura
di giornali ed articoli presenti in rete, avrebbe concesso a tutti gli operatori del settore di
preparare e predisporre al meglio, sia la divulgazione della conoscenza del servizio sia la
doverosa istruzione alla cittadinanza che, ancora oggi, manifesta evidente ignoranza nel
deposito di materiali sopra ed intorno alle ancora presenti isole ecologiche. Non si tratta
infatti di “semplicemente di correggere il tiro”, ma, bensì, di introdurre importanti e
significativi cambiamenti al metodo ed agli strumenti, sia materiali che organizzativi, avendo
il nostro territorio particolarità ed atipicità non gestibili in maniera “standard”.
Quali sono state le nostre difficoltà:
– innanzitutto, le figure responsabili che ci sono state messe gentilmente a disposizione e
che con noi quasi sempre hanno girato per studiare i termini di inserimento del
servizio, spesso non avevano idee e direttive chiare e molto spesso cambiavano idea e
parere di giorno in giorno creando disagio e perdite di tempo al nostro lavoro ed alla
comprensione del cittadino. Tante sono state le occasioni in cui le informazioni che
arrivavano dagli uffici comunali era totalmente discordanti con quelle giunte dagli
operatori della Teknoservice SRL. La regola principale che distingueva i condominii
“piccoli”, assoggettati all’uso dei mastelli, da quelli grandi con dotazione centralizzata
di “carrellati” troppe volte è stata messa in discussione e spesso derogata per
mancanza di soluzioni, alterando di fatto l’originale organizzazione e intelligibilità da
parte del cittadino.
– Serrature e chiavi: tali sistemi, certamente indispensabili per la corretta tutela dei
carrellati assegnati al singolo condominio, non sono arrivati, se non in minima parte,
lasciando ancora ad oggi molti dei carrellati alla mercé dei maleducati, che possono
tranquillamente conferire arbitrariamente, facendo poi ricadere illegittimamente la
multa sulle persone sbagliate. Le uniche chiavi arrivate ai nostri studi sono addirittura
di tre tipologie diverse, costringendoci a recarci sui vari siti per verificare e poter
organizzare la consegna relativa ai diretti interessati. A tutt’oggi però non sono ancora
presenti nella maggior parte dei carrellati le corrispondenti serrature e quindi le
conseguenti chiavi. Come si può definire questo stato di cose? Mancata collaborazione
o mancanza di serrature? O forse dovremmo dire più semplicemente mancata
organizzazione? Forse prima ci si sarebbe dovuti dotare di carrellati dotati di idonee
serrature con unica chiave per i 5 contenitori e poi forse iniziare la consegna. Inoltre,
come è possibile che le chiavi degli stessi siano funzionanti anche su altri carrellati
dedicati ad altri stabili? Come è possibile garantire l’univocità di conferimento?
I posizionamenti dei carrellati, spesso lasciata al caso, hanno trovato spesso
contraddizioni sia sul piano razionale (posizioni assurde, portate all’estremo dalle
circostanze di posizionamento illogiche) sia sul piano logistico.
Si è partiti con
l’assoluto rigore di depositare gli stessi esclusivamente in spazi privati, poi a seguire,
dopo una evidente lacuna conoscitiva preventiva, i responsabili della Teknoservice
hanno proseguito nell’elargire generose concessioni autorizzando il posizionamento
dei carrellati anche su affacci pubblici, primi negati. In tal modo si è creata una pluralità
di centralizzazioni di bidoni lungo le vie, minando di fatto l’estetica e l’immagine della
città, aggiungendo anche in alcuni casi l’impercorribilità di marciapiedi.
Nei primi contatti intercorsi avevamo avuto l’istruzione di tre tipologie di
conferimento: per mastelli singoli, per carrellati condominiali e per aree di prossimità;
solo a qualche giorno dalla scadenza del termine di entrata in vigore del servizio, ci è
stato comunicato che non sarebbe più stato opzionabile la cosiddetta “area di
prossimità” costringendo quindi a trasformare anche i condomini sopra le 8 unità
abitative a mastelli con inevitabili ripercussioni su nuove problematiche gestionali.
La collocazione dei mastelli singoli famigliari in stabili di 25, 30 appartamenti privi di
aree private, ha costretto la cittadinanza a depositare alle ore serali il singolo mastello
direttamente su area pubblica amplificando notevolmente la presenza massiva e
disordinata sulla città di immondizia. La medesima tipologia oltre a riempire interi
marciapiedi, o peggio ancora, porticati, ha posto in evidenza ulteriori problematiche di
origine igienico-sanitario: i mastelli lasciati in abbandono su aree pubbliche sono
potenzialmente assoggettati a lordamenti di ogni genere (Di origine animale ed
umana), danneggiamenti di qualsivoglia natura o peggio, motivi di inciampi e/o sinistri
a cose o a persone. Di chi le responsabilità? Tali mastelli verranno poi ritirati la mattina
seguente dall’utente costretto a interventi di pulizia o di ripristino per quanto avvenuto
nella nottata. Tale incombenza e gravame è da ritenersi ben oltre la mera applicazione
del servizio porta a porta, senza considerare la difficoltà di molte persone anziane che
non riescono ad ottemperare a tutti gli adempimenti sia in termine di logistica, sia in
termini di tempo. Tali riflessioni derivano ovviamente dalle segnalazioni pervenute in
maniera irrompente nei nostri studi, quasi come centri di smistamento chiamate degli
infopoint della TECNOSERVICE.
Un’altra segnalazione ci è pervenuta per la difficoltà del rispetto degli orari di deposito
mastelli per le unità destinate ad ufficio a causa dell’orario di chiusura degli stessi,
diverso ovviamente rispetto al residenziale, ben prima delle ore 20,00.
Altri utenti hanno inoltre sollevato la violazione della privacy dovendo porre in forma
scritta il loro nome su un mastello privo di qualsivoglia sistema di chiusura rendendo
possibile associare il genere di rifiuto al singolo utente riconoscibile, oltre alla possibile
violazione delle norme sul conferimento obbligando l’utente all’assoggettamento di
multe conseguenti da parte della pubblica amministrazione.
Sono inoltre apparse tardive e molto lacunose le occasioni di informazione rivolte alla
cittadinanza dove invece di spiegare le casistiche di conferimento alcuni esponenti
della giunta comunale hanno preferito addossare responsabilità a categorie non
menzionate, come quelle degli amministratori immobiliari, non ricomprese nel
documento ufficiale di intesa fra Comune e TECNOSERVICE, addirittura risalendo a
commenti poco opportuni sulla retribuzione degli amministratori intavolando
argomenti e temi di cui non si era a conoscenza.
Nonostante tutto il lavoro che la nostra categoria si è trovato obbligatoriamente a
smistare, interrompendo di fatto la propria attività nelle consuete operazioni che ci
vedevano occupati, soprattutto nel mese di gennaio per la naturale scadenza di
adempimenti fiscali non prorogabili, ad oggi molti stabili non sono ancora stati posti
nella condizione di conferire per assenza di assegnazione o di mastelli o di carrellati.
In questi giorni stiamo poi vivendo la visibilità di una città decisamente più sporca di
quella che era solo qualche mese fa, a seguito del mancato ritiro della spazzatura, sia
dalle isole ecologiche ancora rimaste, sia in alcune aree della città ove il servizio di
porta a porta è già stato configurato.
Il numero verde spesso non è funzionante e grazie anche alla errata indicazione di
alcuni interlocutori comunali, la cittadinanza è stata indotta a mettersi in contatto con i
propri amministratori, quali causa del disservizio; moltissimi sono i casi che vi
potremmo elencare ma non è questa forse l’occasione per rimostrare tutto il nostro
disdegno per come è stata condotta tutta l’operazione a scapito della nostra attività, già
di per sé difficile e stressante.
L’invito ultimo, quindi, che intendiamo rivolgervi, ancora una volta, è la possibilità di
mappare le casistiche ormai note, in maniera decisamente più scrupolosa ed attenta, a
salvaguardia del fabbisogno del cittadino, rimarcando la nostra assoluta estraneità in
termini di responsabilità e chiedendovi cortesemente di non voler più indirizzare ai
nostri studi l’inefficienza dell’azienda frutto di una mancata e puntuale organizzazione
del sistema, ma di addossarvi in prima persona ogni segnalazione di
malfunzionamento facendolo con vostri mezzi e sistemi di comunicazione. Noi tutti
pensiamo di aver collaborato fin qui anche ben al di sopra delle nostre incombenze e
limiti di pazienza, sarebbero gradite le pubbliche scuse alla categoria.
Grazie per una comprensione al riguardo.
Imperia, 20 febbraio 2019
In fede
GLI AMMINISTRATORI IMMOBILIARI DI IMPERIA